I luoghi da visitare

La cittadina e il suo centro storico

Il centro storico del Comune di Rometta è per la configurazione e struttura dell'impianto urbano e per la particolare posizione topografica, tra i più interessanti della provincia di Messina.
L'altura su cui sorge ha una forma molto particolare, infatti, è tagliata a picco da ogni suo lato e termina nella parte superiore con una forma che si avvicina ad un esagono, quasi orizzontale, con un leggero declivio nella parte più esterna. Le rocce che costituiscono l'altura rendendone la superficie convessa, costituiscono verso il lato N.E. il poggio della Torre
Il nucleo urbano di Rometta si presenta come il tipico nucleo medioevale avente la funzione di borgo-fortezza. Come si può evincere dagli elaborati planimetrici la struttura del borgo, si presenta come una serie di fasce semicircolari degradanti dai ruderi del "Palatium" in giù.
Con il passare delle vicende storiche e quindi del tempo, la struttura urbana modificò la sua struttura originaria passando da una struttura tipicamente strategico-difensiva ad una struttura rurale, in quanto alla funzione difensiva si associò la funzione agricola ed artigianale. E' stato possibile risalire alla nascita dell'insediamento urbano grazie agli scavi archeologici e a ritrovamenti fortuiti che hanno portato alla luce una stazione preistorica su un torrione roccioso denominato Motta. Per la conformazione morfologica sicuramente la collina rappresentava un'ottima fortezza naturale in grado di offrire ottime possibilità di difesa.
Altri scavi hanno evidenziato la presenza di un insediamento urbano precedente all'età del bronzo.
Per quanto concerne, invece, l'attuale centro urbano di Rometta è probabile che il luogo fosse già abitato in epoca greca in quanto sono stati ritrovati, in contrada Torrione, reperti archeologici risalenti al III secolo a.C..
La storia urbana di Rometta ha avuto inizio nel periodo bizantino, come testimonia la chiesa di Santa Maria dei Cerei, risalente al periodo compreso fra il VI e il X secolo.Tale edificio sorge nella zona periferica, e quindi decentrata rispetto al centro urbano, questo a testimonianza dell'antichità dell'insediamento.
Nel 965 Rometta fu conquistata dai musulmani, che continuarono a regnare per ben novantasei anni. A loro si deve il primo assetto urbanistico, la cui strutturazione risentì anche delle influenze islamiche e bizantine. Non vi sono notizie certe, ma sembra che il centro abitativo comincia il suo sviluppo nella zona meridionale dell'odierna Rometta, con la formazione del borgo sorto fra le mura e il rione Rocche.
L'insediamento urbano si sviluppò ed articolò su tre capisaldi: la Chiesa dei Cerei, l'edificio religioso di Santa Maria dei Greci (Annunziata) e il margine fortificato. L'influenza islamica è evidenziata dalle caratteristiche d'alcune zone come il rione di via Blasco, le cui viuzze spesso molto strette presentano numerosi cambi di direzione, vicoli ciechi ed incroci. La popolazione del centro urbano si pensa fosse costituita, come del resto in tutta la Sicilia, da musulmani con differente origine etnica e dai "dhimmi" così venivano chiamati i locali non convertiti alla religione islamica, i quali ogni anno dovevano versare un tributo per avere salva la vita e la proprietà e per mantenere la libertà di religione e di culto. Al periodo arabo si deve la rinascita dell'agricoltura, l'introduzione di nuove tecniche agricole, l'inizio della coltivazione degli agrumi e del gelso, l'utilizzo del sistema delle gallerie filtranti e soprattutto la scomparsa, solo temporanea, del latifondo.
La cinta muraria della cittadella risale, come detto in precedenza, al periodo bizantino ma in epoca musulmana fu potenziata insieme a tutto il sistema difensivo facendo così assumere alla cittadella il ruolo di roccaforte inespugnabile.
A tale roccaforte si accedeva solo attraverso due porte. La prima, chiamata Porta Messina o Porta Castello posta a N.E. il cui nome fa presupporre che in questo luogo sorgesse anche un "castrum" facente parte il sistema difensivo. La seconda, chiamata Porta Milazzo o Porta Terra posta a Sud, che ancora oggi costituisce l'unico accesso alla città. I sistemi difensivi della città, già roccaforte, furono ancora potenziati dai normanni sotto il cui dominio la città fu denominata "castellum fortissimum".
Vaghe notizie si hanno invece dal periodo che va dal XI al XV secolo, le cui uniche testimonianze sono costituite dai ruderi del "Palatium" risalente all'epoca sveva.
L'espansione urbana che portò la città ad assumere l'aspetto attuale, ebbe inizio nel XVI secolo in concomitanza alla costruzione dei più importanti edifici pubblici ed ecclesiastici e al fiorire dell'attività commerciali quali la produzione e il commercio della seta e del gelso. Il tessuto urbano cominciò ad espandersi verso Nord sull'asse viario principale (oggi via Umberto I) e parallelamente all'asse viario secondario (oggi via Giurba) fino alla piazza Cappuccini. Fu poi costruita la piazza denominata Margherita la cui posizione sembra essere stata studiata in rapporto alla posizione della Chiesa. La compattezza del tessuto urbano venne interrotto e movimentato da spiazzi costruiti in prossimità di edifici, quali Piazza Cappuccini, Piazza S. Giuseppe.
Inoltre la presenza di una chiesa dedicata a Santa Maria la Giudaica, costruita intorno al XVI secolo vicino al Convento di S. Antonino, fa presupporre che nella parte orientale della città sorgesse un quartiere ebraico. Le varie vicissitudini sociali ed economiche che interessarono la città ed il suo territorio tra il XVI e il XVII secolo sono rispecchiate dall'andamento demografico.
La peste della seconda metà del cinquecento, 1577, e il declino dell'attività serica della seconda metà del seicento portò una diminuzione demografica consistente. Un'inversione di tendenza si ebbe con il miglioramento della situazione politica ed economica dell'età borbonica. Le famiglie nobili d'origine locale come quelle degli Ardizzone, Blasco, Gazzara, Lombardo, Bosurgi, Violato, Orioles, costruiscono i loro palazzi signorili nella via Umberto I e nelle vicinanze. Oltre alla costruzione di detti palazzi signorili, si assiste al graduale insediamento di chiese e istituti religiosi, sia nella parte più antica del centro urbano che in quella di nuova espansione.
Risalgono a tale periodo il Convento francescano del Terzo ordine regolare con la chiesa di S. Anna ubicato nella piazza Margherita, la chiesa di S. Michele nella via Giurba e il tempio delle anime del Purgatorio nella via Natoli. Anche nel secolo XVIII secolo le fortificazioni conservarono una certa funzione difensiva, tanto che il borgo fortificato costituì il baricentro di un sistema difensivo composto da Messina, Milazzo e Scaletta.
La crescita demografica continuò il suo andamento positivo sia durante il periodo che va dal XVIII e il XIX secolo che nel periodo postunitario cui risalgono i dati censuari più attendibili. Dai censimenti effettuati nel 1871 e nel 1881 la popolazione del territorio comunale di Rometta era costituita rispettivamente da 3787 e 4116 unità.
Nel secolo XIX secolo il nuovo concetto di municipalità e le trasformazioni della pubblica amministrazione furono collegate alla realizzazione d'alcuni servizi sociali.
La realizzazione delle opere pubbliche coincise con il cambiamento di destinazione dei conventi e con la soppressione degli istituti religiosi avvenuta con la legge del 1866. In seguito a quanto appena esposto, nel convento dell'Annunziata e di S. Salvatore (già Santa Maria dei Greci) nel rione Rocche fu installato l'ospedale di santo Spirito; nel Convento francescano del Terzo ordine regolare, situato nella piazza Margherita, trovarono posto il palazzo Municipale, il monte di pietà e il teatro; il convento Santa Maria la Nuova fu invece adibito a carcere mandamentale. L'ultima zona ad essere urbanizzata fu la zona N.E. lungo la via Roma.
Delle testimonianze del fulgido e glorioso passato del borgo fortificato oggi rimane ben poco, sia per colpa dei cataclismi naturali, quali i terremoti del 1963, 1783 e 1908, che provocarono ingenti danni al tessuto urbano, sia e forse soprattutto per l'incuria dell'uomo. Nel 1981 l'amministrazione comunale ha redatto il programma di fabbricazione mediante il quale si è cercato di salvaguardare il nucleo urbano originario classificandolo come zona "A".
Al giorno d'oggi il centro storico della cittadina è caratterizzato da molte case inabitate e quindi parzialmente abbandonate e cadenti, visto sia la mancanza di un piano particolareggiato per il recupero del centro storico che la volontà di utilizzare i notevoli finanziamenti delle Regione Siciliana e della Comunità Europea per attuarlo, e da opere in corso di costruzione, asilo nido scuole medie, il carcere mandamentale tutte opere che per lo stato in cui versano e per le modalità di costruzione cozzano con il resto degli edifici della cittadina.
In modo particolare il vecchio carcere, ex convento Santa Maria la Nuova, è stato raso al suolo e sostituito con una struttura che rappresenta un insulto allo stile del centro collinare. Varie piazze sono state recuperate e costruite con esiti poco soddisfacenti, vista anche la diversità di stile utilizzati per la loro realizzazione, e fiumi di bitume mal disposto hanno inondato strade del centro a sostituzione e parziale copertura del manto stradale in parte piastrellato.
Si tratta quindi un centro urbano che pur soffrendo per l'invasione indiscriminata del cemento conserva ancora preziose isole di stile e buon gusto.