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Gazzetta del Sud

24/07/2002

rometta / Lutto cittadino e commosso ricordo delle otto vittime della sciagura di sabato pomeriggio

«C'è bisogno di verità» Richiamati da mons. Montenegro e dal sindaco Etna i valori della solidarietà

Tonino Battaglia

ROMETTA – Solo scoprendo la verità «recupereremo la possibilità di sentirci veri nel dolore che manifestiamo, veri nella volontà di fare la nostra parte dopo quello che è accaduto, veri nel recupero della nostra identità di cittadini e fratelli nel nome di Cristo». Per mons. Francesco Montenegro – vescovo ausiliario di Messina – ricercare la verità che sta dietro le assurde morti del disastro ferroviario di Rometta è presupposto indispensabile sia per rendere giustizia alle vittime della strage, sia per la rinascita civile della nostra società», e invita tutti a non scadere nella retorica (in cui è facile cadere in un momento di grande dolore come questo) e di attivarsi concretamente nella ricerca e nel superamento delle cause della tragedia del “Freccia della Laguna”, perché «la retorica può uccidere una seconda volta le vittime di un disastro le cui ragioni vanno cercate, volute, perseguite». Le parole di mons. Montenegro rompono il silenzio luttuoso che aleggia nella chiesa S.Antonio di Padova di Rometta Marea, durante la messa di commemorazione in memoria della 8 vittime e dei 42 feriti dell'espresso 1932 Palermo-Venezia, deragliato sabato scorso dai binari all'altezza del torrente Formica e schiantatosi contro un casello fortunatamente disabitato. Alla funzione hanno partecipato numerose autorità civili e militari, tra cui i sindaci del comprensorio Villafranca-Milazzo, oltre ai primi cittadini di Messina e Barcellona, Salvatore Leonardi e Candeloro Nania, il prefetto Giosuè Marino, il questore Cristofaro La Corte, i vertici di Forze armate, Polizia e Vigili del Fuoco della provincia e numerosi cittadini, molti dei quali hanno preso parte attivamente ai soccorsi subito dopo l'incidente. Il vescovo ausiliario ha in sostanza rimarcato quanto aveva già espresso l'Arcivescovo di Messina Giovanni Marra in questi giorni, quando aveva invitato tutte le autorità preposte ad attivarsi realmente per l'attuazione di un progetto unitario di risanamento e sviluppo per una realtà meridionale le cui speranze troppo spesso sono state disattese. «Dobbiamo sentirci di un'unica razza, non gli uni alla ricerca delle colpe degli altri, ma neanche conniventi o indifferenti. Solo così – ha detto inoltre mons. Montenegro – la morte dei fratelli su quel treno potrà non essere così assurda». Montenegro ha inoltre espresso riconoscenza per la generosità con cui tutti i soccorritori si sono prodigati immediatamente nel momento del disastro e nelle ore successive. Uno spirito di solidarietà sottolineato anche dal sindaco di Rometta, Enrico Etna: «Al verificarsi della tragedia – dice il primo cittadino – noi tutti, avevamo il compito di prestare i primi soccorsi e alleviare il più possibile le sofferenze di quanti erano coinvolti. Lo abbiamo fatto veramente bene, esprimendo uno spirito di solidarietà diffuso nella nostra comunità e in quella dei comuni vicini, che ci fa onore. Ma questa giornata è per ricordare le vittime, alle cui famiglie esprimiamo il nostro più vivo cordoglio. Sono loro i soggetti più gravemente colpiti e perciò invitiamo tutti presenti a non dimenticarli. Così come i feriti, ai quali auguriamo al più presto il ritorno a una vita normale. In tal senso vigileremo affinché non si verifichi che le persone danneggiate vengano abbandonate a se stesse».

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