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Repubblica.it

21/07/2002

Il disastro sulla Palermo-Messina. Scena apocalittica Cedimento dei binari o guasto alla motrice le possibili cause

La tragedia dell'espresso otto morti e trenta feriti Non tutte le vititme identificate. Alcuni passeggeri sono gravi Tempi lunghi per il ripristino della linea ferroviaria

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ROMETTA (MESSINA) - Un silenzio irreale, una cinquantina di persone che lavorano a rimuovere macerie e pezzi di vagoni, la motrice schiacciata e semisospesa nel vuoto. E' lo scenario apocalittico dell'incidente ferroviario di ieri pomeriggio alle 18,56 sulla linea Palermo-Messina tra le stazioni di Venetico e Rometta Marea: otto morti e 28 feriti di cui almeno due molto gravi, il bilancio. Il disastro ha avuto per protagonista l'espresso 1932 "Freccia della Laguna" partito alle 16 dalla stazione di Palermo e diretto a Venezia Santa Lucia dove doveva arrivare questa mattina, poco dopo le 10. A bordo, 190 passeggeri sparpagliati su sette vagoni. Altri protagonisti della tragedia: un guasto alle sospensioni del locomotore o un cedimento dei binari. Di sicuro, tra i colpevoli c'è una linea ferroviaria vecchia e obsoleta, anche se, in quel punto, erano stati da poco eseguiti lavori di manutenzione. Le vittime, si diceva, sono otto. Il solito mix di gente che lavora, giovani in vacanze e immigrati che si spostano nella loro esistenza difficile. E' morto il primo macchinista, Saverio Nania, 45 anni, di San Filippo del Mela (Messina), sposato con due figli. E, nei vagoni sono stati trovati i cadaveri di Maria Concetta Mammana, 24 anni, origini siciliani ma residenza anagrafica a Ludsburg in Germania. Vicino al suo c'era il corpo di un ragazzo non identificato. E poi, Placido Caruso, di 76 anni, pensionato di Messina; Stefano La Malfa, 51 anni, originario di Milazzo (Messina); Abdelhakim Miloudi, 75 anni, marocchino residente a Messina; la moglie Fatima Fauhreddine, 59 anni. La altre due vittime dovrebbero essere i figli della coppia di marocchini, Alì, 33 anni, e Larbi, 35 anni. Negli ospedali di Messina e della provincia sono state ricoverate complessivamente 28 persone. Gravissime condizioni per il secondo macchinista Marcello Raneri, 36 anni, palermitano ricoverato a Messina e per una ragazzina di quattordici anni che si trova all'ospedale di Milazzo. Altri tre dei circa trenta feriti destano preoccupazioni. I sopravvissuti raccontano scene terrificanti: "Ero salita sul convoglio a Milazzo - dice una donna, ancora in evidente stato di choc - ero a bordo da pochi minuti, stavo sistemando le valigie, quando ho sentito un rumore... ed è stato il caos...non so, non saprei nemmeno come spiegare". "Ricordo confusione, scene terrificanti - dice Giovanna Russo, 46 anni, originaria di Palermo - abbiamo preso in pieno una casa, il treno ha sbandato, le valigie cadevano da tutte le parti, poi urla, paura, sono uscita dal finestrino, e poi ho aiutato altre persone a uscire dai finestrini, tutto intorno era terrificante, ho fatto quello che potevo, è stato terribile". Secondo una prima ricostruzione il locomotore sarebbe uscito dai binari mentre viaggiava ad una velocità di circa 100 km orari, velocità consentita nella tratta, 400 metri prima della stazione di Rometta. La macchina non avrebbe urtato contro una casa cantoniera, sulla destra, abitata da tre famiglie di ferrovieri fortunatamente assenti, al contrario dei vagoni trainati. Sarebbe stato dunque l'impatto di questi ultimi con l'ostacolo a determinare un terribile colpo di frusta che ha fatto ruotare di 180 gradi la motrice. Il locomotore che viaggiava verso Messina appare infatti perfettamente allineato in direzione di Palermo, sospeso per metà nel vuoto sopra il canalone di un torrente in secca. Due vagoni si sono posti trasversalmente sul fascio dei binari all'ingresso della stazione dove cominciano una serie di scambi che immettono verso i marciapiedi dei passeggeri. I danni materiali sul teatro dell'incidente appaiono consistenti. I tecnici delle ferrovie sono in attesa di un carro-gru speciale in arrivo da Firenze, per rimuovere la motrice ed i sette vagoni. Ma i lavori non potranno cominciare se non dopo l'autorizzazione del magistrato, a conclusione dei rilievi di scientifica che iniziano in mattinata. La zona infatti è stata interamente transennata e presidiata dall'esercito per tutta la notte. Dal momento in cui sarà possibile cominciare lo sgombero di quella che è la più importante strada ferrata siciliana passeranno secondo una prima stima tra sette e dieci giorni. Bisognerà infatti ripristinare i binari, ricostruire la linea elettrica e controllare la tenuta di un ponte che il treno ormai privo di controllo ha superato e sul quale la motrice dopo il colpo di frusta si è abbattuta. I tecnici delle ferrovie dovranno infatti accertare se la struttura del ponte abbia subito lesioni. Entro un'ora dall'incidente che è avvenuto in un punto molto difficile da raggiungere, sul posto sono confluiti centinaia di soccorritori, alcuni volontari tra gli abitanti dei paesi vicini, oltre a centinaia di carabinieri, poliziotti, vigili del fuoco. Due elicotteri del 118 decollati da Catania e una eliambulanza da Palermo, più decine di autoambulanze, sono giunte per caricare i numerosi feriti. Il comando della Guardia di Finanza di Messina ha inviato una cinquantina di uomini. Cento uomini della brigata Aosta di Messina sono pronti a partire per la zona del disastro. I carabinieri hanno inviato ottanta uomini dei reparti territoriali e delle stazioni e personale del XII Battaglione Sicilia; presenti sul luogo del disastro il comandante della regione Sicilia e il comandante provinciale di Messina. Tre inchieste sono state avviate per accertare le cause del disastro: una giudiziaria, della Procura di Messina, e due tecniche, una di Trenitalia, l' altra di Rete Ferroviaria Italiana. Il ministro dei Trasporti Pietro Lunardi, annunciando che 'quanto prima' sarà sul luogo del disastro, ha nominato una commissione di inchiesta tecnica per conoscere le cause dell'incidente: i tre ingegneri sono già partiti per Rometta Marea.

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