Home Page
Il Palatium
La Chiesa Madre
Sottocastello

Home
La Storia
Rassegna Stampa
Phototeca
Link
Meteo
Scrivici


Rassegna Stampa

Gazzetta del Sud

05/04/2003

Il disastro di Rometta Marea Concluse le "verifiche" dei quattro consulenti nominati dalla Procura per chiarire le cause della sciagura del 20 luglio scorso Adesso è certo: il giunto fissato male è stato la causa di tutto

I professori Diana, Bosurgi, Risitano e D'Andrea hanno ultimato gli adempimenti ieri mattina “analizzando” alcune parti del locomotore. La perizia sarà sul tavolo dei pm Sidoti e Di Giorgio probabilmente entro maggio.

Nuccio Anselmo

Quel giunto provvisorio è l'origine di tutto. Di quei vagoni come birilli impazziti, del casello sventrato come casa di bambola, delle otto bare in fila davanti a migliaia di persone, dei lamenti di decine di feriti. Ecco la ragionevole certezza dopo la conclusione del lavoro dei consulenti della Procura sul disastro di Rometta Marea, la sciagura che il 20 luglio dello scorso anno provocò la morte di 8 persone e il ferimento di altri 47, tutti passeggeri dell'Espresso “Freccia della Laguna” Palermo-Venezia, deragliato rovinosamente prima di giunere alla stazione del centro tirrenico. Ieri erano da poco passate le due del pomeriggio quando l'equipe di esperti ha messo la parola fine sulle operazioni peritali, alla caserma dei carabinieri di Rometta Marea. C'erano tutti: il prof. Giorgio Diana, uno dei massimi esperti mondiali in materia di trasporti ferroviari, e i professori Gaetano Bosurgi, Antonio Risitano e Antonio D'Andrea, che in questi mesi hanno compiuto una lavoro decisivo. Gli ultimi accertamenti li hanno effettuati ieri su una parte “scatolata” del locomotore. Adesso per loro comincerà il lavoro più delicato, quello di trasferire un'enorme mole di informazioni sulla perizia da consegnare ai sostituti procuratori Vito Di Giorgio e Giuseppe Sidoti, i due magistrati che indagano sulla sciagura. I tempi? È difficile fare previsioni. È già stata accordata una proroga, anche perché una fase degli accertamenti si è svolta in questi mesi sui carrelli delle vetture, in un laboratorio specializzato delle Ferrovie a Verona. In questi ultimi tempi i contatti tra i consulenti e i magistrati sono stati praticamente giornalieri. Probabilmente entro maggio lo studio sul disastro sarò pronto sulle scrivanie dei due pm. Poi saranno i magistrati a dover tirare le fila di tutto. Loro non lo dicono ma hanno un obiettivo preciso: dire qualcosa di definitivo entro il prossimo luglio, a un anno esatto dal disastro. I CONSULENTI – «Per adesso possiamo solo ribadire che il giunto staffato è il “colpevole” principale della tragedia, dopo aver concluso le operazioni peritali vedremo se ci sono delle piccole “concause” come ad esempio le condizioni della linea. Abbiamo in mente di realizzare un'animazione meccanica su questa vicenda, per far capire meglio com'è andata». È il prof. Diana che parla, al telefono, subito dopo aver chiuso il cerchio degli accertamenti. Ed è adesso una certezza quella che era stata subito prospettata all'indomani della tragedia solo come ipotesi, proprio dal prof. Diana e dagli altri consulenti: è il giunto fissato male tra le due rotaie la causa di tutto, non c'entrano con la tragedia l'errore umano e l'alta velocità; anzi in quel tratto il convoglio ha rallentato. L'INCHIESTA – Il lavoro dei sostituti Sidoti e Di Giorgio in questi mesi ha inevitabilmente accusato una pausa per aspettare il lavoro dei consulenti, per quanto riguarda la prima inchiesta sulle cause della tragedia, che vede indagate 8 persone tra dirigenti e impiegati di RFI, con le accuse di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Ma sono andati avanti, eccome, gli accertamenti sull'inchiesta “numero 2”, vale a dire quella sulle infiltrazioni mafiose negli appalti per la manutenzione delle tratte ferrate nella nostra provincia. Un'inchiesta che al momento non vedrebbe iscritti nel registro degli indagati. Un'inchiesta che inevitabilmente s'incrocia con le competenze di altre due procure, quelle di Palermo e Roma.

Indice Rassegna