Home Page
Il Palatium
La Chiesa Madre
Sottocastello

Home
La Storia
Rassegna Stampa
Phototeca
Link
Meteo
Scrivici


Rassegna Stampa

Gazzetta del Sud

16/05/2004

Rometta La vicenda dei campi di tennis

Assolto Cordaro

Maria Saccà

ROMETTA – Il Tribunale di Messina ha assolto l'ex primo cittadino di Rometta, Andrea Cordaro, dall'accusa di abuso d'ufficio ed elusione di un provvedimento giudiziario, con la formula «per non aver commesso il fatto». Assolto pure, con la stessa formula Antonio D'Amato, l'ingegnere capo dell'ufficio tecnico di Rometta durante l'amministrazione Cordaro. La sentenza è stata emessa dalla seconda sezione del Tribunale di Messina, collegio giudicante presieduto dal giudice Faranda, con a latere i giudici Carratenuto e Venuto. L'ex sindaco era accusato di abuso d'ufficio per aver rilasciato una concessione edilizia per la realizzazione, in zona B secondo il piano di fabbricazione del Comune, di un fabbricato e di elusione di un provvedimento giudiziario per aver emesso, nel 1998, un'ordinanza di esproprio di aree poste sotto sequestro dal tribunale di Messina. Quest'ultima vicenda, nota ai più come il caso dei "campi da tennis", prende avvio nel 1996, quando il Tribunale di Messina accogliendo un ricorso di cinque privati, in sede cautelare aveva disposto il sequestro giudiziario di un'area su cui dovevano sorgere due campi da tennis finanziati dalla Regione con un contributo di circa 600 milioni. Provvedimento questo che, secondo l'accusa, sarebbe stato eluso dal Cordaro, il quale aveva emesso a sua volta un provvedimento di esproprio delle aree nel 1998. Procedura di esproprio che, tra l'altro, è stata dichiarata legittima dal Tribunale di Messina con una sentenza di merito lo scorso marzo. Questa è la settima sentenza favorevole all'ex primo cittadino romettese, assolto precedentemente dall'accusa di mancata manutenzione dell'impianto di depurazione, di furto d'acqua ai danni del demanio regionale e di violazione delle norme sull'igiene e sicurezza negli ambienti di lavoro. Il Cordaro è stato difeso dall'avv. Giuseppe Laface, il D'Amato dall'avv. Leone Saija.

Indice Rassegna