ORA L'ANTIMAFIA PUNTI I SUOI FARI

-

fr.ce.

Villafranca, Rometta, Spadafora: negozianti rapinati, aree di servizio assaltate, rappresentanti di commercio sequestrati e depredati. E, adesso, insediamenti artigianali – quindi produttivi: assicurano lavoro, offrono servizi, alimentano redditi – dati alle fiamme. Che nessuno minimizzi: è emergenza criminalità. Conclamata! Qualcuno dovrà pur dare una spiegazione a tutto questo. Ancorché cloroformizzate dalla salsedine, dai decibel dei lidi balneari e da un'atmosfera vacanziera ormai al tramonto, non improvvisamente – per chi è solito dare uno sguardo alle cronache – Villafranca, Rometta e Spadafora si ritrovano nelle sabbie mobili del terrore. L'attentato incendiario nell'area industriale di Villafranca fa però registrare un inquietante salto di qualità, per quel che rappresenta: l'assassinio della libertà di impresa, di ogni tentativo di dar vita a percorsi di sviluppo socio-economico in un'area che ben dovrebbe conoscere la disperazione del non lavoro: o è stata già dimenticata la fuga della Pirelli? Il capannone artigianale azzerato dagli sgherri di chissà quale “racket” – perché alle nostre latitudini se ne conta più d'uno – non era coperto da polizza assicurativa: ma questa è una scelta, l'opzione esercitata da un imprenditore. Improvvida, se vogliamo, ma legittima. A non poter esercitare opzioni, invece, è lo Stato nelle sue articolazioni: gli enti locali, non minimizzando ciò che desta oggettivamente allarme; le forze dell'ordine, i cui organici vanno rafforzati; e l'Antimafia, che chiamata a gran voce da Barcellona farebbe bene a dare uno sguardo anche a Villafranca, Rometta e Spadafora: comuni cloroformizzati dalla salsedine per tre mesi l'anno e dimenticati per i restanti nove. Ma non dal malaffare. Che intanto si consolida, terrorizza, mina ogni possibilità di crescita di un comprensorio prezioso come pochi.