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Rassegna Stampa

Gazzetta del Sud

02/11/2004

Ladri “archeologi” con tanto di metal detector

sorpresi e denunciati dai carabinieri a rometta

t.b.

ROMETTA – Cercavano probabilmente antichi tesori nascosti tra le viscere delle montagne di Rometta. Ma al posto di preziosi reperti archeologici hanno trovato i carabinieri della locale stazione. Finisce così l'avventura di tre catanesi in trasferta, G. A. 30 anni, E. A., 23 anni, G.L. 47 anni, tutti residenti a Paternò, sorpresi nelle prime ore di domenica sull'altura denominata "Motta", a un paio di chilometri dall'abitato di Rometta centro, e sui quali pende ora una denuncia a piede libero. I tre erano giunti nottetempo sul crinale che, come l'altura adiacente detta "Palostrico", è vincolata dal ministero dei Beni culturali quale sito archeologico, per la presenza di resti di insediamenti pre-cristiani databili in epoche diverse (che vanno dal VI-V secolo al II secolo a.C.), frutto di scavi condotti da vari studiosi nel corso del secolo scorso. Una fama che deve essere arrivata fino al cittadina ionica del Catanese, inducendo i tre a organizzare una "spedizione" apposita, convinti evidentemente che nel sottosuolo di quell'altura sarebbero ancora sepolti oggetti antichi da poter piazzare a buon prezzo sul mercato nero delle antichità. E così, armati di un metal detector per intercettare eventuali oggetti in metallo prezioso, i tre sono giunti sulla sommità della "Motta", iniziando a scavare una buca profonda circa due metri, in un punto in cui il rilevatore ha verosimilmente captato un segnale "propizio". Ma, nonostante l'oscurità e la posizione del sito, distante dal centro abitato e poco trafficato, la presenza dei tre "cercatori d'oro" non deve essere passata inosservata. Una segnalazione ha infatti allertato i carabinieri della stazione di Rometta Marea, i quali, al comando del maresciallo Gallo, si sono precipitati sul posto, cogliendo gli "improvvisati" archeologi ad armeggiare con piccone e metal detector. I tre sono stati immediatamente tradotti in caserma e successivamente trasferiti in Procura a Messina, dove il magistrato di turno, dott. Francesca Ciranna, non ha però convalidato l'arresto, dal momento che, secondo gli accertamenti, non sarebbero stati trafugati reperti. Il pm ha disposto però nei confronti dei tre catanesi la denuncia a piede libero per danneggiamento di area archeologia sottoposta a vincolo.

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