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Gazzetta del Sud

04/12/2004

Il rettore palermitano Silvestri chiede un'indagine Distrutta anche la barca laboratorio nell'incendio al cantiere di Rometta

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PALERMO – Il rettore Giuseppe Silvestri invita gli inquirenti ad accertare le cause dell' incendio che martedì scorso ha distrutto tre imbarcazioni in un cantiere navale di Rometta marea tra cui uno scafo-laboratorio che era stato ordinato dall' Università di Palermo. Il natante, che sarebbe stato varato e presentato al mondo scientifico internazionale tra una settimana, sarebbe stato in grado di perlustrare, fotografare, ricostruire con proiezioni multimediali i fondali marini sottocosta, analizzando la qualità delle acque e gli organismi con tecnologie di assoluta avanguardia. Ma la barca, che sarebbe stata intitolata al grande botanico siciliano Antonino Borzì e che avrebbe portato i colori e il logo dell'ateneo, è stata completamente distrutta nel rogo che ha devastato la Navaltecnica di Giovanni Tricomi. L' imbarcazione costava 450 mila euro - finanziamento che era stato concesso dal ministero dell'Università con fondi del Programma operativo nazionale (Pon) - ma il danno oltre che economico riguarda anche la ricerca che ha impegnato per anni tre docenti dell'ateneo: il botanico Sebastiano Calvo, lo zoologo Antonio Mazzola, l'ingegnere idraulico Rosario Mazzola, con una collaborazione inedita tra il dipartimento di Scienze botaniche, quello di Biologia animale e quello di Ingegneria idraulica. «Dai primi risultati delle indagini sembrerebbe un incendio doloso ai danni del cantiere - dice Calvo - ho preso contatti con la Commissione nazionale antimafia per valutare eventuali interventi nel caso si accerti la matrice criminale del rogo. Certo è che si tratta di un colpo durissimo a un progetto che avrebbe dato all'ateneo di Palermo una barca che, per attrezzature, poteva essere confrontata soltanto con quelle di poche grandi strutture internazionali, ma che era l'unica ad avere dimensioni così contenute da potere essere utilizzata sottocosta». Solo diciassette metri di lunghezza, la barca, da otto posti, era dotata di un dissalatore e di un serbatoio da 3600 litri di carburante che consente un'autonomia di circa mille miglia. «Si tratta di un danno gravissimo che assesta una battuta d'arresto a una ricerca di grande importanza - dice il rettore - mi auguro che siano accertate al più presto le cause e le responsabilità dell'incendio. Non possiamo ancora esprimere alcun giudizio sull'episodio, ma l'ipotesi della natura dolosa del rogo ai danni del cantiere è fatto che, da siciliani prima ancora che da parti lese, ci addolora di più». Si è salvato dal rogo, perchè avrebbe dovuto essere montato nei prossimi giorni, uno dei gioielli tecnologici dell'imbarcazione: il sonar Multibeam che consente ricostruzioni multimediali dei fondali con una precisione millimetrica, lo stesso usato in ambito militare, costo circa 200 mila euro.

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