-I tanti tesori del paese

-Sono molte le chiese e le ricche zone archeologiche

-Francesco Venuto

ROMETTA – Rometta era meglio nell'antichità. Per chi vuole fuggire dai problemi che affliggono la zona balneare, una buona idea è quella di indossare i panni di Indiana Jones mettendosi alla ricerca dei tesori del paese, senza mai scordarsi però che si guarda ma non si tocca. Ecco il ricco catalogo di beni culturali, a volte davvero sorprendenti, che offre la zona Centro e l'hinterland collinare-montano: chiesa Bizantina di Santa Maria dei Cerei, detta anche di San Salvatore e di Gesù e Maria (VI-IX sec. D.C.); ruderi del Palazzo Capitanale, o parco di Federico II di Svevia (XII-XIV sec.); resti delle mura di cinta del complesso fortificato di Porta Castello o Messina (restaurata di recente); Torrione e attigua Porta Milazzo, detta ance Porta Terra o Borbonia o Saracena (XII d.C.); Chiesa Madre (XII sec.); Chiesa di S. Antonino (XVII sec.), di recente liberata, grazie al lavoro di alcuni volontari, dal materiale di risulta che la opprimeva; Chiesa di San Rocco, nella frazione di Gimello (XVI sec.); ruderi del plesso monastico di San Sebastiano, nella frazione di S. Domenica (1669); chiesa di San Domenico, nella frazione di Rapano (XVII sec.); chiesa della Madonna di Loreto di Conduri (1481); ruderi dell'Abbazia di S. Leone con annessa chiesa ed eremo; resti di torri di vedetta di contrada Scalone o Torretta (XV sec.). Chi ama gli antichi centri storici a Rometta Superiore o nei villaggi come S. Andrea e Rapano potrà ammirare i resti delle antiche strutture urbanistiche ed architettoniche quali dammùs, lapidi e fregi; bello da vedere anche il villaggio Pantano, esistente già in epoca medievale (1100-1200). Esistono anche ricche zone archeologiche nelle aree di Motta e Paleocastro. Dal punto di vista prettamente naturalistico si segnalano per le visite ossigenanti e anti-stress: il bosco di S. Leo, Silimò con le sue cascate, Hiero, il complesso rupestre delle Grotte di Sottosangiovanni (IV-V sec.). (fv)