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Gazzetta del Sud

27/09/2005

MILAZZO La gestione del servizio idrico e della raccolta rifiuti Caro-tariffe, tutti contro gli Ato

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g.p.

MILAZZO – Gestori Ato sempre più nella bufera. Sia l'Ato 2 che si occupa della gestione del servizio rifiuti, sia l'Ato 3 che dovrebbe gestire il servizio idrico di tutta la provincia sono finiti nel mirino dei sindaci esasperati dalle proteste dei loro cittadini per l'elevato canone delle tariffe. A Milazzo i consiglieri comunali Massimo D'Amore e Biagio Cacciola chiedono al civico consesso e all'amministrazione di intervenire in modo concreto per risolvere quella che rischia di diventare «una vera e propria emergenza sociale in un periodo economico difficile per tutti». A Villafranca analoga iniziativa è stata assunta dal sindaco Piero La Tona che, dopo aver partecipato all'incontro di qualche giorno addietro a Furnari, ha sollecitato il presidente dell'Ato 2 Messina di convocare in seduta straordinaria ed urgente l'assemblea del sindaci facenti parte della società d'ambito territoriale e affrontare i problemi esistenti. In particolare i sindaci, oltre al caro tariffe, chiedono di conoscere le ragioni per le quali non si è dato corso al passaggio del personale dei Comuni, si domandano se si è proceduto ad assunzione di lavoratori non appartenenti alle piante organica comunali ed ancora la ragione per la quale non è ancora partita la raccolta differenziata. I sindaci (Furnari, Barcellona, Basicò, Brolo, Castroreale, Condrò, Falcone, Fondachelli Fantina, Gioiosa Marea, Librizzi, Mazzarrà S. Andrea, Merì, Milazzo, Montagnareale, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Patti, Piraino, Roccavaldina, Rodì Milici, Rometta, San Piero Patti, Sant'Angelo di Brolo, Santa Lucia del Mela, Spadafora, Tripi, Venetico e Villafranca) si chiedono la ragione per la quale la tariffa «posta a base delle fatture che in questi giorni vengono recapitate agli utenti, non è mai stata esaminata dai consigli comunali interessati», ricordando che la stessa «costituendo una tariffa e non una tassa, dovrebbe coprire esclusivamente i servizi espletati e non anche quelli ancora da attivarsi». In più molti utenti, ritenendo tale tariffa adottata in violazione di legge hanno presentato ricorso all'Ato per l'annullamento in autotutela delle fatture notificate: un contenzioso che rischia di condizionare anche il futuro percorso dell'Ato. Per evitare questo i sindaci del comprensorio lanciano una proposta. «Il consiglio di amministrazione deve annullare o comunque caducare, in autotutela, l'articolazione tariffaria posta a base delle fatture relative al periodo maggio-agosto 2005, nonché tutti gli atti propedeutici ed ad essa consequenziali adottati in violazione delle leggi vigenti. Conseguentemente anche i versamenti già effettuati dai cittadini dovranno essere ritenuti acconti sulle somme complessivamente dovute». Relativamente invece all'Ato 3, la proposta riguardante Milazzo – che non ha ancora aderito ufficialmente – è quella, lanciata dal consigliere D'Amore, di predisporre uno studio per operare un riassetto definitivo della gestione delle acque che preveda il recupero dell'evasione e dell'elusione «che in città sfiora il 50%» e di chiudere immediatamente tutte le utenze morose che non accettino, anche per via transattiva, di sanare le situazioni pregresse ed accertate (salvo i casi di manifesta indigenza o rilevanti sul piano sociale), la definizione degli interventi di ristrutturazione della rete idrica e di quella fognante con particolare attenzione alla depurazione ed alla qualità dell'acqua fornita. «Va detto – conclude D'Amore – che qualora il consiglio comunale approvasse la proposta di adesione all'Ato, il costo attuale dell'acqua a Milazzo pari a 0,63 euro/mc salirà, già dall'anno prossimo, a 1 euro come “minimo garantito” livellando tutta la provincia a questo importo. Un aumento del 40% circa che si sommerà all'aumento della tassa per i rifiuti».

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