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Gazzetta del Sud

18/02/2006

Ato ME2 Documento inviato al prefetto Scammacca nel quale si chiedono le dimissioni del Cda della Spa

I sindaci: ridateci il servizio Nu Verso la scissione del contratto con la Gesenu. Pronte intanto le nuove bollette

m.d.p.

BARCELLONA – Rottura definitiva tra sindaci e consiglio di amministrazione dell'Ato2, con evidenti risvolti politici, sulla gestione dei rifiuti nel comprensorio Villafranca-Brolo. La decisione è stata presa nel corso di un'assemblea svoltasi ieri mattina a Brolo, su convocazione del comitato dei sindaci, composto dai primi cittadini dei comuni di Basicò, Brolo, Falcone, Fondachelli Fantina, Gioiosa Marea, Gualtieri Sicaminò, Monforte San Giorgio, Montalbano Elicona, Oliveri, Pace del Mela, Patti, Piraino, Roccavaldina, Rometta, San Piero Patti, San Filippo del Mela, Saponara, Spadafora, Tripi, Venetico, Valdina, Villafranca Tirrena. La delegazione dei sindaci ha riferito sugli incontri avvenuti in prefettura con il presidente e l'amministratore delegato dell'Ato Me, la Gesenu e Tirreno Ambiente, concludendo che nonostante la mediazione del prefetto, non sussistono più le condizioni minime per andare avanti sulla strada intrapresa. Tutti i sindaci presenti – si legge in un comunicato stampa – hanno convenuto sul fatto che la situazione attuale è divenuta insostenibile sia per le esose bollette che gravano sui cittadini, sia per la qualità del servizio che è certamente peggiorata rispetto al passato. I primi cittadini hanno, inoltre, manifestato la preoccupazione che l'ingiustificata lievitazione dei costi e la contestuale assenza delle infrastrutture previste nel Piano d'Ambito, necessarie per far partire una efficace raccolta differenziata, nonché l'altissima incidenza del costo del personale, rende difficile la soluzione del problema. Hanno, inoltre, ribadito, la difficoltà sempre crescente di colloquiare con il presidente e l'amministratore delegato dell'Ato2 che, in ultimo, hanno negato ai sindaci richiedenti anche l'accesso agli atti sulla scorta di motivazioni certamente non condivisibili. I sindaci, dunque, preso atto dell'impossibilità di risolvere i problemi dei cittadini in queste condizioni, sostengono che il CdA dell'Ato deve porre in essere tutti gli atti necessari per chiarire la posizione con la Gesenu con l'obiettivo di restituire, temporaneamente, il servizio ai Comuni al fine di consentire all'Ato stesso di ripartire su basi più condivise e più solide. Ribadiscono altresì che, compiuti questi atti, il consiglio di amministrazione deve dimettersi. Chiedono al prefetto – conclude la nota – di sostenere l'azione dei Comuni per ridurre le tariffe di conferimento in discarica, al presidente della Regione di congelare l'Ato Me 2 per l'impossibilità di raggiungere gli obiettivi di efficienza ed economicità voluti dalla legge, ai consigli comunali di tutti gli enti locali di deliberare la sospensione dell'affidamento del servizio all'Ato in modo da restituirlo, nelle more, ai Comuni finché non si verifichino le condizioni minime per poter organizzare un servizio i cui costi siano sostenibili ai cittadini. Nel contempo chiedono ai consigli comunali di modificare lo Statuto riducendo i componenti del Consiglio d'Amministrazione e ribadendo in modo non equivoco che Piano d'ambito e Piano tariffario, se pur predisposti dalla società d'Ambito, devono, comunque, essere approvati dai consigli comunali». Intanto si apprende che ieri il CdA dell'Ato, presieduto da Andrea Paratore con l'amministratore delegato Santi Gangemi, ha adottato una deliberazione con la quale sostanzialmente attiva le procedure per l'eventuale risoluzione del contratto con la Gesenu e avvia una nuova bollettazione con la quale chiede agli utenti un ulteriore acconto del 50 per cento sui ruoli del terzo quadrimestre. In queste condizioni al prefetto Scammacca restano pochi margini di manovra.

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