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Gazzetta del Sud

12/09/2010

Il nuovo carcere preda di vandali

Chiesto il cambio di destinazione d'uso a fronte del disinteresse istituzionale

Orazio Bonfiglio

Giace ancora lì, in balìa degli eventi atmosferici e del lento deterioramento del tempo, il carcere di Rometta. Erano gli anni '70 quando il Ministero di Grazie Giustizia fece abbattere l'edificio storico risalente all'epoca borbonica per realizzare una nuova struttura più funzionale e moderna. Una situazione paradossale proprio nel momento in cui cresce l'esigenza di aumentare la disponibilità di istituti di pena, per fare fronte all'aumentato numero di detenuti e agli oggettivi disagi del personale carcerario. Appare dunque uno sperpero di pubblico denaro, il mancato intervento a fronte del decadimento progressivo della struttura di Rometta che sembra non interessare nessuno. Una struttura, composta da tre piani più un garage, rimasta al rustico e con i sanitari ormai distrutti dai vandali o dai nullafacenti che la notte trasformano il carcere in un discutibile "parco giochi". Gli amministratori locali riversano ogni responsabilità sul Ministero e spiegano che ogni intervento di merito appare oggi pressocché impossibile. Tanto vale, dicono, la riconversione dello stabile per altri usi, in modo che i cittadini romettesi possano usufruirne (ad esempio una biblioteca o un museo). L'ultima volta che la vicenda del carcere di Rometta balzò agli onori della cronaca era il 1997, quando Pino Visalli, attuale segretario di Forza Nuova, insieme a Rosa Maria Giordano, occupò la struttura per sensibilizzare le istituzioni affinchè si attivassero per dare nuovo impulso. «Fa male – dice oggi Visalli – il disinteresse ed il silenzio da parte di tutti. È evidente che a nessuno interessano nè le sorti di questo edificio nè l'economia di Rometta che potrebbe avere nuovi sbocchi nel caso in cui qualcuno si interessasse a questa struttura. Mi auguro che presto qualcuno se ne ricordi e decida cosa farne». Un tempo il carcere era visto anche come fonte di sostegno alla gramna economia locale. Anche per la ricaduta delle visite dei familiari dei carcerati. Cosa che accadeva fino al 1972, anno in cui il vecchio carcere fu chiuso definitivamente ed insieme ad esso, vennero soppressi via via , negli anni successivi, la Pretura, l'Ufficio Registro, il Collegio delle suore per bimbi orfani e l'istituto "Santa Maria". Ma al di là delle polemiche, è chiaro che l'infrastruttura non può restare in questo stato. Va perseguita una nuova destinazione d'uso. C'è una proposta. Manco a dirlo la fa Pino Visalli, che sta portando avanti una lunga protesta. «Se lo stabile appartiene al Comune – afferma Visalli – perché spendere soldi per l'affitto di Rometta Marea della stazione dei carabinieri e non farla qui?». Ma è solo una proposta indiretta.

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