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Gazzetta del Sud

15/06/2011

La chiesa bizantina di Rometta tornerà a splendere

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Tonino Battaglia

Recuperare e riportare alla stato originario le strutture sepolte, la copertura e l'antica cisterna, insieme alla manutenzione e al restauro del complesso murario esterno. Sono questi, in sintesi, i quattro punti cardine su cui s'impernia il progetto di recupero e restauro conservativo dell'antica Chiesa Bizantina di Rometta, denominata anche "S. Maria dei Cerei", databile tra il V e il VII secolo, unico esempio siciliano di edificio sacro con pianta a croce greca inscritta in un quadrato. Progetto già depositato alla Regione in attesa di copertura finanziaria e presentato al pubblico nell'ambito di un interessante convegno, svoltosi nella Chiesa Madre di Rometta, dall'arch. Filippo Imbesi, che con la sua équipe ha portato a termine – su commissione dell'arciprete di Rometta, padre Salvatore Perdichizzi – un vasto programma di studi e di analisi sul monumento romettese, nel corso del quale sono emerse novità importanti che meritano ulteriori approfondimenti. All'incontro sono intervenuti autorevoli studiosi di storia e di architettura bizantina, quali Salvatore Giglio, storico dell'arte, autore di vari studi sull'arte e l'architettura paleocristiana e medievale in Sicilia, Massimo Lo Curzio, docente di Restauro architettonico presso l'Università di Reggio Calabria, Luigi Santagati, studioso di Storia della Sicilia e Piero Gazzara, ricercatore di storia locale. Presenti anche l'arciprete Perdichizzi, il sindaco di Rometta, Roberto Abbadessa, il dott. Salvatore Scuto, Soprintendente Beni Culturali di Messina, e l'assessore regionale ai Beni Culturali, Sebastiano Missineo, al quale sia il primo cittadino sia padre Perdichizzi hanno rivolto un caloroso appello affinché indirizzi l'attenzione del governo regionale in aiuto di un monumento che merita, per la sua vetustà e per la sua importanza storica-architettonica, il finanziamento di un restauro complessivo che si aggira sugli 850 mila euro. Missineo ha confermato il massimo interesse di Palazzo dei Normanni, pur tra mille ristrettezze di Bilancio, a tutelare un monumento insigne per permettere la sua sopravvivenza nel tempo e tramandarlo alle future generazioni. Il punto di maggior fascino del progetto presentato dall'architetto Imbesi è senza dubbio il recupero, oltre che della cupola originaria, delle strutture sepolte rispetto alla sede attuale della chiesa. «I saggi stratigrafici preliminari – spiega Imbesi – hanno portato a ipotizzare la presenza di corpi sepolti riconducibili a piani inclinati, sepolture, cripte, rifacimenti di pavimentazione e cavità. In modo particolare è stato possibile rilevare la presenza di tre strutture riconducibili a condotti sotterranei che, secondo il responso del Georadar, sarebbero da collegare a un sistema idrico che caratterizzava la struttura originale della chiesa e che di rimando, ma allo stato attuale da valutare solo come ipotesi, li renderebbe funzionali per fini religiosi, come per esempio un battistero.

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