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Gazzetta del Sud

26/02/2011

"La via dell'argilla" c'è, manca solo l'argilla

Ecco cosa è stato realizzato del progetto iniziale: spesa prevista trenta milioni, fondi europei

Veronica D'Amico

VENETICO L'hanno chiamata "La via dell'argilla" anche se in questa zona l'estrazione dell'argilla è oramai un ricordo. Si tratta del Pit 22 realizzato da 15 Comuni. Ma quali erano i principi ispiratori e quali sono gli odierni riscontri? Il piano, al momento della sua ideazione e progettazione interessava i comuni di Santa Lucia del Mela, San Filippo del Mela, Pace del Mela, Condrò, Gualtieri Sicaminò, San Pier Niceto, Torregrotta, Monforte San Giorgio, Roccavaldina, Valdina, Venetico, Spadafora, Rometta, Saponara e Villafranca Tirrena. Una vasta area caratterizzata da svariate problematiche ambientali. I comuni proponenti decidono di dare vito a un progetto di sviluppo che interessa la valorizzazione delle risorse locali e della tradizione storica e produttiva del territorio. Prenendo le mossed ai principi ispiratori del Patto Territoriale "Tirreno Gallo Niceto", si porta avanti l'idea strategica della "Via dell'argilla", proprio perché basato sullo sviluppo ed il potenziamento del comparto laterizio ceramico, obiettivo principale, nonché sullo sviluppo del settore turistico, obiettivo strumentale. In particolare, il documento finale del PIT, specificava che per migliorare le prospettive di crescita del territorio bisognava «rafforzare il sistema produttivo già radicato nel territorio e lo sviluppo del comparto laterizio - ceramico destinato a produrre effetti a cascata anche sugli altri settori economici. I mercati più interessati dalla strategia del PIT sono quelli dell'estrazione e lavorazione dell'argilla, dei laterizi e dei materiali da costruzione in genere e quello turistico». Quindi, gli obiettivi specifici individuati erano «aumentare la dotazione di servizi infrastrutturali e immateriali a servizio del sistema produttivo locale; sostenere lo sviluppo delle imprese esistenti e agevolare la creazione di nuova imprenditorialità; incentivare la formazione a servizio del sistema produttivo locale; garantire la rivitalizzazione commerciale ed artigianale dei centri storici; ampliare e riqualificare l'offerta ricettiva, migliorare l'attrattività turistica dell'area e salvaguardare l'ambiente ». Il PIT 22 proponeva quasi 30 milioni di euro su fondi europei (POR 2000/ 2006 ) con interventi raggruppati in azioni secondo una logica di rafforzamento di funzioni e con appalti esperiti poi prevalentemente nei Comuni interessati col supporto dell'ufficio operativo centrale. Ma cosa è stato effettivamente realizzato e quali obiettivi sono stati effettivamente perseguiti? Da una relazione fornita dal gruppo tecnico che opera sul Pit e che i lettori dei Comuni interessati potranno verificare sul campo, emerge che per quanto riguarda le cosiddette "Azioni A" inerenti la creazione del sistema industriale d'area sono state realizzate le aree PIP (Dipartimento Cooperazione) con completamenti o urbanizzazione nei comuni di Venetico (1 milione e 300 mila euro circa), Roccavaldina (circa 930 mila euro), San Filippo del Mela (2 milioni e 300 mila euro circa) e Villafranca Tirrena (1 milione e 290 mila euro circa); il tratto di collegamento aree industriali ASI a Torregrotta (Dipartimento Industria – 774 mila euro circa) e il centro ricerche di Villafranca - Laboratorio per ricerche sul radiation processing e gli acceleratori lineari di elettroni situato all'interno di una struttura più ampia che ospita anche altri servizi (Dipartimento industria: 1 milione e 200 mila euro). Nell'"Azione B" – valorizzazione e fruizione dei beni culturali connessi alla "Via dell'argilla" – rientrano la realizzazione del centro ricerche sui materiali e sulla qualificazione dei processi produttivi di Venetico (circa 1 milione e 232 mila euro ) con il recupero dell'ex fornace Hoffman ( 1 milione e 300 mila euro) , ad oggi però non attivo a causa della mancata risposta da parte dei privati che avrebbero dovuto gestire il centro (Dipartimento Beni Culturali ) e il museo dell'Argilla presso l'ex mercato coperto) di Spadafora (Dipartimento Beni culturali – circa 1 milione e 261 mila euro) con strumenti di comunicazione legati alla fruizione dello stesso (circa 77 mila euro). Al momento è stata realizzata solo la struttura. Il Museo è stato inserito all'interno di un edificio esistente , recuperato e riorganizzato non solo per spazi espositivi ma anche per laboratori esperenziali . Il Comune di Spadafora ha presentato un progetto per i macchinari e ha stipulato un protocollo d'intesa con l'Università. A Santa Lucia del Mela è stato effettuato il recupero delle antiche carceri ed è stato realizzato un centro di formazione di bioarchitettura oltre al recupero del quartiere arabo-normanno. Inoltre sono stati recuperati i centri storici di Rometta, Monforte San Giorgio, San Pier Niceto, Condrò e Santa Lucia del Mela. Rientra nell' "Azione C" – Risanamento Ambientale – il recupero ambientale e paesaggistico delle cave dismesse di Valdina (Dipartimento Territorio – circa 1 milione e 500 mila euro ). L'intervento ha riguardato un'area sottostante la strada provinciale Fondachello – Valdina – Rometta, compromessa per attività di estrazione di argilla. Sempre nella stessa azione risulta il recupero di fattori inquinanti in contrada Gabbia a Pace del Mela (circa 974 mila euro). Si sono compiuti interventi di mitigazione delle condizioni ambientali con la canalizzazione di reflui fognari e la creazione delle barriere verdi. Parecchie opere non funzionano per difetto o carenza di gestione, tale altre attendono ancora il coinvolgimento dei privati. È peraltro evidente la paralisi che attanaglia il settore dei laterizi. Le cave di argilla esistenti per lo più saranno destinate ad ospitare materiale di risulta dei lavori per il Ponte sullo Stretto. Nessuna sorpresa se parecchi manufatti, realizati nella logica della "Via dell'argilla" subiranno pertanto un prevedibile cambio di destinazione d'uso.

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