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Gazzetta del Sud

14/09/2002

Operaio di Rometta schiacciato da una tramoggia milazzo / La disgrazia nel cantiere di Giammoro della “Metalmeccanica milazzese” impegnata in lavori per conto della Centrale Eurogen di S. Filippo

Francesco Lombardo, 33 anni, stava effettuando una saldatura quando è stato travolto dalla piramide d'acciaio

Leonardo Orlando - Tonino Battaglia

MILAZZO – Era uno degli operai più fidati, da nove anni con la stessa azienda, un saldatore provetto. È morto schiacciato da quella tramoggia alla quale stava lavorando da ore. La piramide d'acciaio ad un tratto gli è caduta addosso, un peso di quasi due tonnellate che l'ha ucciso sul colpo. Se n'è andato così Francesco Lombardo, 33 anni, residente nella frazione San Cono di Rometta Superiore. Era al lavoro nell'officina della “Metalmeccanica milazzese srl”, nell'area industriale di Giammoro, una traversa della diramazione A. L'incidente si è verificato nel primo pomeriggio di ieri, poco dopo le 14. Il giovane, dopo la pausa pranzo, aveva ripreso la propria attività, continuando ad effettuare la saldatura di una tramoggia, un recipiente a forma di tronco di piramide capovolta che viene utilizzata per l'alimentazione di forni industriali. L'azienda milazzese la stava costruendo per conto della Centrale termoelettrica Eurogen di S. Filippo del Mela-Archi. Il manufatto era quasi ultimato, restava da assemblare l'ultima lastra. Improvvisamente, per cause in corso di accertamento, l'imbuto d'acciaio del peso di circa 1700 Kg, che era appoggiato sul pavimento dell'officina, si è capovolto ed ha schiacciato lo sfortunato operaio che in quel momento era chinato, intento a fissare alcuni punti di saldatura. Lombardo – stando al racconto dei compagni – stava effettuando la lavorazione della tramoggia senza l'aiuto di nessuno. L'uomo è morto sul colpo. Inutili sono stati i tentativi di soccorso dei compagni di lavoro che si trovavano nel capannone e che hanno subito tentato di issare con un sollevatore meccanico il pesante manufatto d'acciaio. Constatato il decesso, sono stati avvertiti i carabinieri della locale stazione, giunti al comando del maresciallo Bartolo Raffa. Sul posto sono intervenuti anche i militari dell'Arma della Compagnia di Milazzo agli ordini del capitano Andrea Guidoni e del tenente Sergio Pizziconi e il sostituto procuratore di turno, dottoressa Anna Di Stasio. Il magistrato, dopo aver richiesto l'intervento del medico legale, dottor Crisafulli, ha disposto l'autopsia sul cadavere che sarà effettuata nella giornata di oggi all'istituto di medicina legale di Messina. Disposto anche il sequestro del capannone, teatro della disgrazia, dove vengono effettuate tutte le lavorazioni meccaniche. Infatti è intendimento del magistrato inquirente nominare un consulente tecnico che tenti di ricostruire cosa sia realmente accaduto. Non è ancora chiaro come quel cono d'acciaio al quale stava lavorando il giovane saldatore, si sia potuto capovolgere. L'inchiesta dovrà stabilire se sia venuto meno uno dei puntoni di appoggio. Il sostituto procuratore Di Stasio sino a tarda sera ha ascoltato i due operai presenti all'interno del capannone e subito dopo il capo officina e l'amministratore della società. Quella di ieri è la prima “morte bianca” avvenuta dall'inizio dell'anno nel comprensorio di Milazzo. Lo scorso anno undici persone – secondo i dati dell'Inail – avevano perso la vita nel milazzese. L'ultimo grave incidente si è verificato nell'area Snam della Raffineria e costò la vita all'operaio della Simoco, Francesco Giorgianni, 51 anni di Milazzo e per il quale è pendente al Tribunale di Barcellona, un processo. In quell'occasione un altro lavoratore, Roberto Alioto, 46 anni rimase gravemente ferito. Francesco Lombardo lavorava con la “Metalmeccanica milazzese” da quasi nove anni e tutti i giorni faceva la spola con Rometta dove viveva con l'anziana madre, Giovanna Giunta, rimasta vedova da meno di un anno. La notizia della morte del giovane metalmeccanico ha destato vasto cordoglio a Rometta Superiore dov'era molto stimato. I familiari ricordano che nel tempo libero amava coltivare un piccolo appezzamento agricolo e lasciava ogni impegno solo per seguire la Formula Uno, da ferrarista convinto. Sul posto di lavoro era ritenuto un operaio specializzato di grande affidabilità. Ecco perché l'inchiesta dovrà stabilire cosa sia effettivamente avvenuto ieri pomeriggio, all'interno del capannone.

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