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Gazzetta del Sud

24/09/2002

il disastro ferroviario di rometta marea / Svolta nell'inchiesta sul deragliamento del treno “Freccia della Laguna”

Otto indagati per lavori eseguiti male Due responsabili dell'impresa e sei dipendenti di Rfi che dovevano controllare la manutenzione

Nuccio Anselmo

La ragnatela delle responsabilità per il “treno della morte” di Rometta Marea comincia a delinearsi. Sono passati due mesi da quella serata di luglio, quando nel volgere di pochi istanti otto persone conclusero tragicamente la loro vita piombando in un inferno di lamiere contorte, e altre quarantasette rimasero ferite. La prima vera svolta nell'inchiesta che da allora conducono i sostituti procuratori Giuseppe Sidoti e Vito Di Giorgio è arrivata ieri: gli investigatori della squadra mobile hanno notificato otto informazioni di garanzia ad altrettanti indagati, con le accuse di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni colpose. Primo atto pubblico di un'inchiesta riservatissima che mira ad accertare responsabilità, collusioni e coperture lungo quel maledetto vecchio binario di Rometta. Un binario che s'è sbriciolato al passaggio della “Freccia della Laguna” poco prima delle sette di sera del 20 luglio, quando il locomotore e le carrozze nonostante il peso di svariate tonnellate si trasformarono in birilli d'acciaio “impazziti”. Poi fu solo un triste rosario di polvere, pianto, disperazione, dolore, solidarietà. Questo “passo giudiziario” dei due sostituti procuratori Di Giorgio e Sidoti arriva dopo la consegna da parte della Squadra mobile di Messina di una poderosa informativa preliminare di reato e da parte dei periti della Procura di una bozza di relazione sulla sciagura. Due incartamenti dove s'individuano fatti e responsabilità precise per quel disastro, annunciato da un continuo e sinistro scricchiolìo lungo la tratta. Un rumore sospetto cui prestarono attenzione in pochi. Ma il sipario aperto sulla sciagura è solo una parte dell'inchiesta. Nel calderone ci sono anche gli appalti per la costruzione e la manutenzione del “binario” in Sicilia, le collusioni mafiose, le tangenti. Le otto informazioni di garanzia riguardano uno dei titolari e un geometra della ditta “Esposito Spa” di Caserta, che qualche giorno prima della tragedia effettuarono i lavori sulla tratta ferrata Rometta-Milazzo, e inoltre sei responsabili a vario titolo di RFI, la Rete Ferroviaria Italiana, che avrebbero dovuto verificare l'esecuzione integrale del capitolato d'appalto e le condizioni di sicurezza. Secondo quanto affermano gli investigatori della Mobile peloritana e i consulenti della Procura le cause del deragliamento della “Freccia della Laguna” sono infatti da ricercarsi nell'omessa manutenzione del giunto provvisorio (nel senso che venne consolidato con soli due morsetti invece di quattro, come previsto di norma; se in un giunto infatti si mettono solo due morsetti bisogna limitare la velocità a circa 40 km. orari); nei lavori non eseguiti a norma e infine nello scartamento (la distanza tra le due rotaie, che dev'essere ricompresa in determinati parametri, e a quanto pare in quel punto non era a norma). Le ipotesi di reato per gli otto indagati sono al momento di tre tipi: disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni colpose. Contestualmente alle informazioni di garanzia con l'indicazione dei reati i due pm Sidoti e Di Giorgio hanno notificato a tutti anche una proroga dei termini dell'inchiesta, che si è resa necessaria per eseguire altre perizie (tecnicamente viene definito “avviso di prosecuzione dell'attività di accertamenti tecnici irripetibili”). Il lavoro dei quattro consulenti quindi non è affatto concluso. Dal primo ottobre infatti i periti nominati dalla Procura – i professori Giorgio Diana, Antonio Risitano, Gaetano Bosurgi e Antonino D'Andrea –, torneranno a Rometta Marea per eseguire altri accertamenti. GLI INDAGATI – I provvedimenti giudiziari sono stati emessi nei confronti di Oscar Esposito, 48 anni, direttore tecnico della ditta “Esposito Spa” di Caserta, che ha eseguito i lavori lungo la tratta, e del geometra Michele Pagliaro, 48 anni, dipendente della stessa impresa e responsabile del cantiere di risanamento della tratta compresa tra il chilometro 209 e il chilometro 210 della linea Palermo-Messina. Sei sono invece i dipendenti di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) coinvolti a vari livelli di responsabilità nella vicenda: Carmelo D'Arrigo, 51 anni, operaio specializzato del tronco di Milazzo; Salvatore Piccolo, 46 anni, operaio tecnico dello stesso tronco; Roberto Giannetto, 44 anni, ispettore aggiunto dell'Ufficio territoriale di Catania e direttore dei lavori; Filippo Bardaro, 58 anni, capo settore tecnico RFI che avrebbe dovuto collaudare i giunti; Antonino Conti Nibali, 48 anni, responsabile della Struttura organizzativa Unità territoriale di Catania, Mantenimento in efficienza della RFI; Salvatore Scaffidi, 53 anni, capo tecnico sovrintendente della tratta Rometta-Milazzo.

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