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Gazzetta del Sud

24/09/2002

Le cause della tragedia individuate da Giorgio Diana: un giunto staffato non fissato a regola d'arte Le nubi diradate da un consulente conteso

IL RUOLO DEI PERITI DELLA PROCURA E UN RETROSCENA

Francesco Celi

Un luminare, un'autorità mondiale in materia di disastri ferroviari. Tant'è che se lo sono conteso! Il primo nome cui hanno pensato Procura della Repubblica e Trenitalia subito dopo il deragliamento di Rometta: fama riconosciuta, consulenze nei cinque continenti, nel pool di progettazione delle Fs per la realizzazione del ponte sullo Stretto, una cattedra al Politecnico di Milano dove dirige il Dipartimento di meccanica, onestà intellettuale conclamata. Insomma, un professionista che avrebbe fatto quel che c'era da fare, mai disposto ad assecondare finalità che non fossero quelle della ricerca della verità. Una nomina che fu subito letta come la chiara volontà degli organi inquirenti di andare fino in fondo nella ricerca delle responsabilità, nel rispetto della verità dei fatti, delle attese dei familiari delle 8 vittime e dei 47 feriti. Si parlò, addirittura, di un miniconflitto tra organi inquirenti e Trenitalia: a Giorgio Diana non voleva proprio rinunciare nessuno. Ebbe la meglio l'ufficio del pubblico ministero, che nel “contatto” arrivò con leggero anticipo, e il dottor Luigi Croce – procuratore capo – gli notificò la nomina: punta di diamante di un pool di quattro periti, che da quel 20 luglio non ha mai smesso di lavorare un giorno, nel quale sono entrati a far parte anche due stimati docenti messinesi e un catanese: Antonino D'Andrea, Gaetano Bosurgi e Antonino Risitano. E Trenitalia finì per rivolgersi oltralpe. Diana ci mise il tempo di un mattino per fare chiarezza: «Non c'è dubbio», affermò sulla scorta di un paio di sopralluoghi e solo due giorni dopo il disastro, «un giunto staffato maldestramente applicato ha causato la tragedia. Quel giunto non è stato fissato a regola d'arte». Tuoni: nel Paese dei misteri che è l'Italia una chiave di lettura così, nell'immediatezza degli eventi, non l'aveva mai data nessuno. Una rivelazione che indirizzò le indagini lungo un sentiero, sgomberando il campo da nubi che – più o meno velatamente – cominciavano ad addensarsi. Dichiarazione che faceva da contraltare alle decine e decine di testimonianze dei passeggeri del “Freccia della Laguna”: l'Espresso Palermo-Venezia sul quel tratto di linea ferrata stava procedendo lentamente. Le prime perizie sancirono, addirittura, molto al di sotto del limite di velocità consentito. E quindi nessuno poteva più arrampicarsi sugli specchi di un possibile errore dei due macchinisti al comando del locomotore della morte, così come fu abbandonata l'ipotesi del cedimento della massicciata. Diana, D'Andrea, Bosurgi e Risitano si diedero novanta giorni di tempo per consegnare ai magistrati Croce, Sidoti e Di Giorgio la perizia finale – se ne parlerà tra novembre e dicembre, ndr – e tuttavia prima che i magistrati andassero in ferie hanno depositato una relazione che tratteggia il quadro di fondo. Lo conferma Diana: «Sì, prima della pausa estiva abbiamo consegnato agli organi inquirenti una relazione, suppongo che l'abbiano studiata a lungo». Non c'è dubbio che Sidoti e Di Giorgio l'abbiano studiata: tornati dalle ferie ecco che il quadro delle responsabilità ipotizzate si allarga. In quattro erano stati iscritti nel registro degli indagati ad agosto, ad otto persone – ieri – sono stati notificati gli avvisi di garanzia. Ma non è detto che il cerchio sia chiuso, si sussurra a mezza bocca a Palazzo Piacentini. Tecnici della manutenzione e delle ispezioni restano sulla graticola, così come è auspicabile si faccia chiarezza sulle circostanze che hanno portato una mano – nel marasma dei primi soccorsi – a risistemare alla meno peggio la staffa che non era stata ancorata al binario. Diana nel pomeriggio di ieri non sapeva ancora nulla degli otto avvisi di garanzia, glielo abbiamo comunicato e s'è limitato a rispondere: «Beh, ci credo...». E la relazione definitiva? «La consegneremo a fine anno: spiegheremo nel dettaglio la ragione per cui la ruota è uscita dal binario, quindi le cause del deragliamento. C'è gente cha ha perso la vita, lo studio deve essere dettagliato».

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