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Rassegna Stampa
22/10/2002 |
Disastro di Rometta Rigettata l'istanza dell'impresa Esposito No all'incidente probatorio Va avanti l'indagine tecnica della Procura n.a Nell'inchiesta sul disastro ferroviario di Rometta Marea, che il 20 luglio scorso provocò la morte di otto persone e il ferimento di altre quarantasette, non verrà disposto almeno per il momento nessun incidente probatorio. Il gip di Messina Carmelo Cucurullo ha infatti rigettato la richiesta avanzata nelle scorse settimane dall'avvocato Carlo Taormina, che assiste la ditta “Esposito Spa” di Caserta. Il titolare dell'impresa risulta infatti tra gli otto indagati dell'inchiesta che è stata avviata dai sostituti procuratori Vito Di Giorgio e Giuseppe Sidoti sul disastro e sulle responsabilità della tragedia. La richiesta formulata dal prof. Taormina era basata sostanzialmente sul fatto che poteva verificarsi una alterazione dei luoghi, fatto che avrebbe reso difficoltosa la ricostruzione delle prove nel futuro processo (l'intento dell'incidente probatorio è infatti in sostanza quello di “blindare” le prove quando si ha timore che possano essere compromesse prima che si tenga il dibattimento). Il gip Cucurullo però nel suo provvedimento di rigetto ha invece valutato come inesistente il pericolo che lo stato dei luoghi subisca delle mutazioni, motivo per cui ha rigettato le richieste formulate dal prof. Taormina. Adesso può proseguire, e speditamente, l'inchiesta dei due sostituti Sidoti e Di Giorgio. Dopo l'emissione alla fine di settembre delle otto informazioni di garanzia con le ipotesi di reato di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni colpose, c'era già stata una nuova attività d'accertamento del collegio di periti nominati dalla Procura (i professori Diana, Bosurgi, Risitano e D'Andrea ai primi di ottobre sono tornati sul luogo del disastro ferroviario). Attività che si era però “stoppata” in attesa che il gip Cucurullo decidesse sull'incidente probatorio. Adesso il lavoro dei periti proseguirà su due fronti, a Rometta Marea: una serie di esami sul materiale rotabile sequestrato dalla magistratura, e una minuziosa verifica tecnica sul “treno della morte”, su quel locomotore e quelle vetture che in pochi istanti a luglio si tramutarono in una bara d'acciaio. (n.a) |