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Rassegna Stampa
07/01/2003 |
Morto “Ciccio” Mento, ultimo custode di un'antica tradizione E' STATO UNO DEI MIGLIORI COSTRUTTORI E SUONATORE DI “CIARAMEDDE” - Con la scomparsa di Francesco Mento, di Rometta, fulminato alla fine del 2002, a 70 anni, da un ictus, la cultura musicale pastorale dei Peloritani ha perso uno dei suoi migliori costruttori e suonatori di zampogna. Ultimo custode di un sapere etno-organologico antico, trasmesso in famiglia per almeno quattro generazioni, Ciccio «Sciuni», così era familiarmente conosciuto, aveva imparato la «segreta arte» di costruire e suonare la zampogna, a ciaramedda, da suo padre Nino, scomparso nel 1996 all'età di 92 anni. Apprezzato e stimato da tutti, non solo per le sue non comuni competenze strumentali e musicali, ma anche per il tratto caratteriale mite e generoso, Ciccio dispensava a tutti consigli preziosi per apprendere nel migliore dei modi la difficile pratica esecutiva dell'arcaico strumento pastorale. Con entusiasmo e dedizione, ben consapevole del ruolo che svolgeva, da sempre si dedicava ai giovani desiderosi di apprendere l'uso della ciaramedda. Non molti anni fa aveva dato vita, a costo di sacrifici personali, ad una vera e propria scuola di zampogna, anche per i più piccoli, con esiti davvero incoraggianti. Ciccio si era fatto apprezzare, oltre che come esperto costruttore – dal suo tornio sono passate centinaia di centinaia di zampogne – anche come suonatore di indubbio valore, magari in occasione di raduni internazionali di zampognari, quali quelli di Erice e di Scapoli, cui partecipava volentieri per far conoscere con orgoglio a tutti la plurisecolare tradizione musicale peloritana. Fervido sostenitore del museo di cultura e musica popolare dei Peloritani di villaggio Gesso, proprio di recente, Ciccio Mento aveva donato all'importante realtà museografica peloritana alcuni degli utensili utilizzati dal padre per tornire le canne della zampogna, e si pensava già di istituire un laboratorio etno-organologico, oltre che organizzare una rassegna mediterranea dedicata agli strumenti pastorali. E ora non resta che un grande rimpianto per una perdita salutata dai suoni commoventi di una marcia funebre per oboe popolare, due zampogne, fisarmonica e tamburello, eseguita dai suoi allievi più cari. |