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Rassegna Stampa
21/07/2003 |
Rometta Marea Solenne concelebrazione presieduta dal vescovo ausiliare mons. Francesco Montenegro Ricordate le vittime del disastro ferroviario Nel primo anniversario della strage i progetti per rendere più sicura la tratta Messina-Palermo Tonino Battaglia Maria Saccà ROMETTA - «Io ho perdonato ma la giustizia deve fare il suo corso». È la moglie di Saverio Nania, il macchinista rimasto vittima del disastro ferroviario di Rometta Marea, a pronunciare le parole che più hanno toccato il cuore dei tanti accorsi alla cerimonia commemorativa della tragedia dell'Espresso “Freccia della Laguna”, svoltasi ieri sera nella Villa comunale del piccolo centro tirrenico. Di fronte a lei autorità politiche, rappresentanti sindacali, dirigenti delle Ferrovie dello Stato, ma soprattutto gente comune, proprio quella che un anno fa si prodigò in una gara di solidarietà per dare i primi soccorsi ai feriti di quella immane tragedia. Non cerca vendette, la vedova Nania, ma ha solo sete di verità. Una verità che suo marito conosceva bene da mesi: quella tratta ferroviaria era traballante. «Questa sera - continua la signora Crescenti - ho finalmente l'opportunità di ringraziare a nome mio, dei miei figli e di mio marito, i romettesi e tutte quelle persone che spontaneamente hanno cercato disperatamente di farsi largo tra le lamiere per portare in salvo Saverio e gli altri feriti». Un vero e proprio atto di coraggio, quello compiuto ieri sera dalla vedova Nania (che ha presenziato, fra l'altro, all'iniziativa di un gruppo di cittadini e villeggianti romettesi, che hanno intitolato una piazza in memoria del marito Saverio): «A un anno dal deragliamento - dice commossa - riesco solo stasera ad avvicinarmi a quei vagoni che hanno dato la morte a mio marito». Prima di lei, ci aveva pensato il vescovo ausiliario, mons. Francesco Montenegro, ad ammonire politici e i soggetti preposti a vario titolo, perché quei vagoni abbandonati non restino il simbolo di una disfatta, ma un monito perenne a «non dimenticare ciò che non è stato fatto, ma per ricordarci che possiamo ancora fare molto». Si rivolge invece alle famiglie colpite da quella tragedia, il sindaco di Rometta Enrico Etna: «abbiamo il dovere - prosegue - di non dimenticare e contribuire, con la nostra solidarietà e la nostra vicinanza, ad alleviare il dolore di quanti sono stati colpiti dal drammatico evento». E se i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil ribadiscono che poco o nulla è stato fatto per la messa in sicurezza delle linee ferrate siciliane, specie nella dorsale tirrenica, Salvatore Chiofalo - coordinatore dei sindaci per il raddoppio ferroviario nella tratta Patti- Castelbuono - rimarca ancora una volta la priorità assoluta dell'ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie della Sicilia orientale, «per le ricadute positive sullo sviluppo dell'intera isola e per dare certezza e sicurezza all'incolumità del personale e dei passeggeri». Nel suo intervento Gaetano Sutera, vicepresidente della Provincia, si fa invece portavoce verso le deputazione nazionale e regionale affinché si trovino i fondi necessari alla riorganizzazione della rete ferroviaria, mentre l'assessore regionale agli Enti Locali, Antonio D'Aquino, dà appuntamento a settembre al vertice col ministro per le Infrastrutture, Pietro Lunardi, e col presidente dalla Regione, Salvatore Cuffaro, per definire in concreto programmazione e realizzazione del raddoppio ferroviario Messina-Palermo. Impegni di cui si attende, come sempre, la verifica dei fatti. |