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Rassegna Stampa
20/05/2004 |
La formula dell'insalata russa IL PUNTO m.d.p. SONO poco meno di cinquantamila i messinesi chiamati alle urne il 12 e il 13 giugno. Devono rinnovare otto consigli comunali (123 scranni da coprire) ed eleggere altrettanti sindaci. S. Agata Militello è il comune più grosso (12.876 elettori) ed è l'unico dove si vota col sistema proporzionale (20 i consiglieri da eleggere), Leni (una delle tre comunità della piccola isola,di Salina) il più piccolo (641 elettori per dodici consiglieri). Buona parte dei Comuni vengono da gestioni commissariali, a riprova che nemmeno la supergarantista legge regionale può mettere i governatori locali al riparo dalle tempeste consiliari che sono molto spesso la conseguenza di intese trasversali, grandi compromessi, lacci e lacciuoli che condizionano questa o quella elezione. In assenza dei partiti ufficiali, divisi a livello locale in fazioni legate a questo o quel deputato referente, si preferisce quasi ovunque la formula dell'insalata russa. Ecco spiegato il boom delle “civiche”, nelle quali, al massimo, sarà interessante verificare quante bandierine riusciranno a piantare sul territorio i deputati di quel centrodestra che presenta il maggior numero di candidati alla poltrona di primo cittadino. In sede locale, scontato a Sant'Agata Militello il ricorso al ballottaggio; tutt'altra che scontata la conclusione della bagarre a S. Teresa, dove – al di là dei candidati – si seguono le mosse elettorali di personaggi come Briguglio e Bartolotta, o a Rometta dove contro l'uscente Etna si ripropone la sfida indiretta, attraverso la lista di Laface, di Nicola Merlino, o a Tortorici dove è interessante verificare che tipo di “eredità” lascia Carmelo Rizzo Nervo. A Spadafora c'è aria di resa dei conti tra Giaimis e Pappalardo, quest'ultimo mandato a casa anzitempo dal suo avversario per una vicenda di ineleggibilità, mentre a Torregrotta – nonostante ben quattro candidature – la lotta si restringe a “Trifilò contro gli altri”. |