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Rassegna Stampa
01/12/2004 |
Rometta Marea Attentato incendiario ieri notte ai danni della “NavalTecnica” dell'imprenditore Giovanni Tricomi di Villafranca Cantiere navale distrutto dal fuoco In cenere un battello equipaggiato per studi oceanografici e altri due natanti pronti per la consegna Tonino Battaglia ROMETTA – Un vasto incendio ha totalmente distrutto a Rometta Marea, nella notte tra lunedì e martedì, il capannone della "NavalTecnica", azienda di cantieristica navale gestita dall'imprenditore Giovanni Tricomi, 49 anni, residente a Villafranca Tirrena, che da lavoro a 5 dipendenti. Il cantiere, in buona parte assicurato, è situato nella zona compresa tra contrada Germanusa e via del Mare, a pochi passi dalla spiaggia, in una zona isolata. Il rogo, sviluppatosi intorno all'1.15, non ha risparmiato praticamente nulla, procurando un danno economico che, pur se non ancora definitivamente quantificato, si aggirerebbe attorno a diversi milioni di euro. I Vigili del fuoco di Milazzo intervenuti sul posto (Caporeparto Daniele Biondo), hanno impiegato più di cinque ore per domare un incendio che aveva assunto proporzioni gigantesche e per mettere tutta la zona in sicurezza. In pochi minuti, infatti, le fiamme – che da quanto accertato dalle forze dell'ordine si sono sviluppate dall'interno – hanno letteralmente "divorato" il cantiere, riducendo la struttura a un groviglio di cenere e lamiere. Stessa sorte per le imbarcazioni e le attrezzature che si trovavano al suo interno. Tre natanti di grosse dimensioni sono andati distrutti a causa del gigantesco rogo, tra cui un'imbarcazione appena realizzata di circa 30 metri, equipaggiata con sofisticate strumentazioni tecnologiche e destinata a studi oceanografici. Tra 10 giorni, l'azienda di Rometta Marea avrebbe dovuto consegnarla all'Università dì Palermo. Un'azienda in ginocchio, mesi di lavoro andato in fumo nel volgere di una notte, il tutto di fronte allo sguardo disperato di un imprenditore che non sa spiegarsi il perché dell'accaduto. Tricomi aveva iniziato l'attività a Rometta Marea prima gestendo un'area di rimessaggio per le imbarcazioni e poi, da alcuni anni, era riuscito con sacrificio a far decollare quest'attività di cantieristica navale, ritagliandosi uno spazio di mercato anche nel settore delle grosse imbarcazioni. Ai carabinieri della stazione di Rometta e della Compagnia di Milazzo il titolare della "NavalTecnica" ha detto di non aver mai ricevuto né minacce né altro tipo di intimidazioni. I militari, dal canto loro, non avrebbero trovato in quel cumulo di cenere e rottami elementi che accertino con sicurezza la matrice dolosa del rogo, ma molto probabilmente ogni traccia è stata cancellata dall'inferno di fuoco che si è sprigionato in contrada Germanusa. Ciononostante, la pista dell'intimidazione è quella più battuta da parte degli investigatori, anche se le indagini ovviamente si estendono a 360 gradi. Non è la prima volta che nell'hinterland si verificano attentati mirati ad attività produttive. Circa due mesi fa, nella notte tra il 12 e il 13 settembre, un incendio è stato appiccato, sempre a Rometta Marea, al capannone della "Sicilmoter", azienda di autotrasporti e movimento terra. In quell'occasione, solo per un caso fortuito le fiamme sono state avvistate in tempo e hanno danneggiato un furgone e pochi attrezzi prima dell'intervento dei vigili del fuoco. Ma le modalità sembrano le stesse. Così come, una settimana prima, nell'area artigianale di Villafranca Tirrena, una falegnameria fu colpita da un attentato incendiario che causò danni per diverse migliaia di euro. ma altri episodi si sono verificati anche a Saponara e in altri centri vicini. Una scia di fuoco che, dopo quest'ultimo episodio della "NavalTecnica", tiene alta la tensione di tutto un comprensorio per un'offensiva criminale che non accenna a fermarsi. Tutti fatti che saranno al centro del Vertice-sicurezza che si svolgerà stamani, nei locali della villa comunale di Rometta Marea, tra Prefetto, alte autorità militari della provincia e i sindaci di Rometta, Villafranca Tirrena, Saponara e Spadafora. |