|
Rassegna Stampa
21/07/2006 |
Rometta, una tragedia che non ha insegnato nulla La Cisl al governo Prodi: l'Area dello Stretto non può essere la cenerentola d'Italia Messina La celebrazione del quarto anniversario del disastro ferroviario ha fatto emergere lo stato d'abbandono in cui versa il settore trasporti re.si. MESSINA – Completamento del doppio binario nella Messina-Palermo, interventi mirati alla sicurezza ferroviaria in tutta l'isola e potenziamento della navigazione sullo Stretto: ha tre parole d'ordine la Cisl, che nel giorno del quarto anniversario dell'incidente di Rometta Marea ha commemorato le sette vittime e lanciato l'ennesimo grido d'allarme. Prima il direttivo dei ferrovieri cislini e poi la Messa celebrata alla stazione centrale di Messina da padre Pino Gentile, ex macchinista delle Fs, hanno scandito la giornata di ieri. «Gli interventi di ammodernamento delle traversine e qualche chilometro di raddoppio non bastano – ha denunciato Amedeo Benigno, segretario regionale dei ferrovieri Cisl – perché la rete ferroviaria siciliana è ancora lontana dagli standard nazionali». Il problema riguarda non soltanto i ritardi e i continui disservizi, ma anche la sicurezza di lavoratori e passeggeri. «In quattro anni – ha continuato Benigno – sono state introdotte nuove tecnologie per la sicurezza in circolazione, ma non è sufficiente». Sicurezza e qualità del servizio, per la Cisl, sono due facce della stessa medaglia. «In Sicilia – ha aggiunto Michele Magistro, segretario regionale Fit – circolano ancora treni dell'immediato dopoguerra». Secondo il monitoraggio del sindacato, a giungo il 90% dei treni da e per il Continente ha subìto ritardi medi tra 50 e 168 minuti. «E a luglio – ha rimarcato il segretario della Fit Messina, Enzo Testa – stiamo toccando anche le 5 ore a causa del mancato funzionamento di alcune invasature a Messina e Villa S. Giovanni. Assistiamo a scene apocalittiche, con viaggiatori esausti che non riescono neppure a trovare cuccette e posti a sedere». Alle carenze della flotta si aggiungono quelle strutturali e di personale. A Palermo mancano ben 16 manovratori, a Messina è continua emergenza: l'impossibilità di imbarcare i cargo sulle navi è solo l'ultima tappa di un processo di dimissione che va avanti ormai da 15 anni. Da Palermo, il segretario generale Paolo Mezzio ha ribadito proprio ieri che un ritardo di 4 ore del treno Torino-Palermo, nel giorno del quarto anniversario del disastro ferroviario, è stato «la ciliegina sulla torta dell'inadeguatezza della rete meridionale e siciliana dei trasporti, visto che i treni a lunga percorrenza che servono la Sicilia sono diminuiti di un buon 40% rispetto a quattro-cinque anni fa». Per questo secondo la Cisl è venuto il momento che gli Enti locali intervengano sul Governo e sulle Ferrovie per un confronto a 360 gradi rispetto a problemi che fanno di Messina e dell'Area dello Stretto la "cenerentola d'Italia". Infatti, vertenza nella vertenza, esiste una vera e propria "emergenza Messina", aggravata dall'attivazione dell'approdo di Tremestieri, che da una parte ha parzialmente liberato la città dal transito dei camion, ma dall'altra ha generato il caos per i pendolari. «L'attuale situazione di sfascio e totale anarchia – ha accusato il segretario generale della Cisl Messina, Maurizio Bernava - è il risultato di decenni di abbandono da parte delle Fs. Oggi più che mai bisogna pretendere dal Governo e dalle Fs un impegno concreto che porti all'ammodernamento ed al potenziamento di una flotta pubblica da Terzo Mondo e di una rete infrastrutturale che fa acqua da tutte le parti. Così come sul fronte del trasporto gommato – ha proseguito Bernava – non è possibile lasciare campo libero ai privati e ad una concorrenza basata solo sul rapporto costi-ricavi, con riflessi negativi su sicurezza e qualità del servizio. Le Fs devono tornare protagoniste: siamo convinti che le nostre continue denunce hanno spinto Caronte e Tourist ad incrementare la flotta, ma avremmo preferito un intervento in questa direzione da parte delle Ferrovie». Per la Cisl, in questo momento viene messa in discussione la continuità territoriale. Da qui la forte preoccupazione e l'invito alla mobilitazione. «Il sindaco di Messina – ha concluso Bernava – non perda altro tempo e, coinvolgendo Villa S. Giovanni e Reggio Calabria, incalzi il Governo nazionale e pretenda atti concreti, non parole e filosofia sui massimi sistemi come fatto recentemente dal ministro Bianchi». Interventi che la Cisl individua su tre direttrici: l'omogeneità di regole tra tutti i vettori, pubblici e privati, a partire dalle tabelle di armamento; il potenziamento dei mezzi; la programmazione di interventi strutturali sulle due sponde. |