Vivi Rometta   

   

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30/01/2014

 

Oligarchia di fatto e beffarda parodia di democrazia.

Poco prima che venisse emanato il c.d. mattarellum, al San Luigi (lo ricorderanno anche Franco Provvidenti, Giovanni Frazzica, Fortunato Romano ed altri), come Partito Popolare, abbiamo svolto un convegno proprio sul sistema elettorale, nel quale, quale responsabile regionale degli enti locali del Partito, sono stato uno dei relatori. Convegno al quale ha partecipato, oltre ad altri, anche Sergio Mattarella, allora Vice Presidente del Consiglio, ed autore del sistema elettorale che ancor oggi viene identificato con il cognome dello stesso.
Il mio intervento allora è stato fortemente critico, difensore, come sono sempre stato, del sistema proporzionale con la preferenza ed uno sbarramento del 5% con l’inserimento di un premio di maggioranza (modesto) per il partito o la coalizione che ottiene i maggiori consensi al fine di consentire la governabilità. Il miglior sistema, al di la delle opinabili e stucchevoli tesi che ci capita quasi quotidianamente sentire, per attribuire “realmente” la scelta dei propri rappresentanti al popolo e quindi realizzare in concreto la democrazia (governo del popolo) indiretta, in linea peraltro con la tradizione ed il pensiero di don Luigi Sturzo.
Orbene, dopo abbiamo visto il “porcellum”, partorito solo ad uso e consumo delle forze politiche che lo hanno approvato al fine di battere gli avversari, con il quale sostanzialmente il “popolo”, e per esso gli elettori, è stato espropriato di fatto del diritto di scelta dei propri rappresentanti. Prezzolati presunti costituzionalisti o giuristi in genere ne hanno sostenuto la magnificenza col supporto purtroppo dei mezzi di comunicazione (sostanzialmente in mano allo stesso gruppo di potere, per essere eufemistico) che, invece di far conoscere le idee e le posizioni obiettive, “creano” il consenso su posizione faziose e giuridicamente aberranti che, di fatto, hanno tramutato la nostra democrazia in una vera e propria oligarchia, vale a dire trasferendo nelle mani di “pochi” la scelta del Legislatore ed, indirettamente, del Governo.
Naturale e fisiologica conseguenza di tutto ciò e che le normative che sono state emanate hanno realizzato gli interessi delle oligarchie, e del più importante degli oligarchi in particolare, contribuendo ad allargare la forbice fra poveri e ricchi. Stante tutto ciò, di che cosa ci si meraviglia se il 10% di italiani possiede il 50% delle ricchezze? Ed il 90% solo la restante parte?
E veniamo ad oggi: il sistema elettorale che ci vogliono propinare, al di là di alcune differenze tecnicistiche, concretamente, lascia nelle stesse mani, già servite dal porcellum, il “potere” di scelta del legislatore e del governo, con buona pace dei tanti soloni prezzolati e presunti soliti giuristi assoldati. L’esproprio di fatto della democrazia al quale in questa circostanza il partito democratico sta concorrendo, non viene affievolito dall’impegno di svolgere le “primarie” assunto dal segretario Renzi, essendo tale impegno una vera e propria aggravante di responsabilità in quando, a ben vedere, con detto impegno, si “confessa” l’esproprio in atto.
Pertanto, per attuare, in maniera accettabile in uno Stato veramente democratico, una legge che consegni agli elettori la possibilità di scelta dei propri rappresentanti, è indispensabile: a) o introdurre la preferenza; b) o individuare del collegi uninominali con l’introduzione per legge delle primarie per la scelta dei candidati; c) o, quantomeno, affinché i democratici ed i progressisti non debbano vergognarsi di siffatti attuali “statisti”, introdurre per legge le primarie per la scelta dei candidati.
Senza quanto sopra, continueremo ad essere in una vera e propria oligarchia, con la beffa della parodia della partecipazione elettorale degli elettori: vale a dire, depredati e derisi.
Alla quale, è ovvio, non mi presterò.
Nicola Merlino



     
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