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Un nostro piccolo dono a fronte del più grande dono che si poteva offrire.
"Quella di Aurelio è la morte di un giusto. Non possiamo non riconoscere la lezione alta di giustizia che l’uomo, il militare Aurelio ci ha dato. Quella giustizia che non ha bisogno di processi per essere realizzata, che fa riferimento a leggi scritte non con la penna o nei codici ma nel profondo del cuore umano. Nelle profondità di un mare in tempesta, Aurelio è andato incontro al pericolo, non certo inconsapevole del rischio e neppure solo per un sia pur lodevole senso del dovere, ma in obbedienza a questa legge, impressa nell’intimo del suo cuore, che lo ha guidato ad agire. Un istinto che non ha nulla di improvvisato o irrazionale, ma, in realtà, nasce dalla scelta matura di ‘non morire per se stessi’”. “Aurelio è riuscito a fare della sua morte un dono, e davanti a questa verità ci dobbiamo fermare silenziosi, ammirati, riverenti e grati perché il dono ci spiazza, sempre. Tanto più il dono della vita! E perché ogni cosa assume un valore più grande, infinitamente grande, nella misura in cui è dono: un valore che non si può misurare, se non con l’economia della gratuità e dell’amore. Il messaggio che la morte di Aurelio ci lascia è un forte e paradossale messaggio di vita: muore per qualcosa, per qualcuno, chi vive per qualcosa, per qualcuno”. Con queste parole l’arcivescovo Santo Marcianò, durante i funerali nel duomo di Milazzo, ha ricordato Aurelio. Aurelio, figlio di Rometta, a cui Rometta rende onore, anche perché fulgido esempio di generosità e di solidarietà umana, in un contesto in cui nella società predominano gli egoismi ed i comportamenti protesi esclusivamente all'ottenimento di proprie utilità. E Rometta lo onora intestandogli Piazza Cappuccini, dove ha vissuto buona parte della sua giovinezza, ed anche con un monumento che stiamo realizzando e con il quale si ricorderà l'estremo sacrificio, effettuato da Aurelio, per salvare una vita umana. Il monumento sarà posto nell'area antistante gli uffici decentrati comunali di Rometta Marea, in quello spazio dove già stiamo piantando tanti alberi e siepi di melograno, non solo per la bellezza, ma anche per il significato che tali piante hanno avuto nella loro millenaria storia. Non ultimo, il "pianto antico" di Giosuè Carducci, dedicato al piccolo Dante morto giovanissimo. Accanto all'ancora, che abbiamo avuto donata dalla soprintendenza del mare di Messina, recuperata dai fondali dello stretto ed appartenente al una nave affondata verso la fine del diciottesimo secolo, e sotto l'aula della memoria delle vittime della mafia -che abbiamo realizzato ed ancora non inaugurato-, che abbiamo chiamato "la mafia uccide il silenzio pure", nota frase di Peppino Impastato, nella parete della quale abbiamo, fra l'altro, scritto, insieme ai nostri ragazzi, i nomi di tutti gli oltre 950 uomini, donne e bambini, trucidati dalla mafia, dal 3 marzo 1861 (assassinio di Giuseppe Montalbano) ad oggi. Migliore collocazione non si sarebbe potuto trovare! La generosità e la solidarietà assoluta di chi "dona la vita" agli altri, usando le bellissime parole dell'arcivescovo Santo Marciano', in modo diverso ma simile a chi ha donato la vita per combattere il peggior male della nostra terra: la mafia! Abbiamo bisogno di ricordare e di parlare, della bellezza insita della generosità e nella solidarietà, come pure bisogna parlare del cancro che convive con noi nella nostra società: "Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene" Paolo Borsellino Abbiamo bisogno di gesti emblematici, di momenti istituzionali, che richiamino il senso vero ed i valori veri della vita; abbiamo bisogno di momenti di riflessione, da condividere con i nostri giovani, a fronte di tanto arrivismo, e di tanti opportunisti che sviliscono l'impegno sociale e politico, che non può non essere che un "altro dono", più modesto di quello regalatoci da Aurelio e dei tanti siciliani uccisi dalla mafia, ma altrettanto importante, l'impegno politico vero che altro non può essere che regalare un po' del nostro tempo, della nostra esperienza, della nostra competenza, alla nostra comunità. Per tutto questo, e con questi pregnanti significati, ancorandoli in modo specifico a tutte le vittime del mare (l'ancora, il monumento ad Aurelio), vorremo ricordare il 25 aprile, "festa della liberazione", tutti i nostri 25 aprile, a questi valori specifici della nostra terra, con il dichiarato obiettivo di fare capire ai nostri giovani, la bellezza dell'impegno politico, inteso come dono alla nostra terra, e per noi alla nostra bellissima Rometta. Il monumento ad Aurelio ha un costo importante, che comunque il comune avrebbe potuto affrontare, io invece ho voluto che il monumento che ci ricorda Aurelio, fosse donato da tutti noi, da tutti coloro che lo hanno conosciuto ed apprezzato per la sua pulizia, ed anche da tutti coloro che non lo hanno conosciuto, ma che hanno apprezzato e si sono commossi dinanzi al suo sacrificio, e che credono nei valori e nel significato che avrà il monumento per Rometta, per i romettesi, e per tutte le donne e per tutti gli uomini che credono che per ridare un futuro e delle speranze ai nostri giovani vi è una sola strada quella della generosità e della solidarietà umana. Sarà aperto un conto corrente con un codice IBAN che permetterà a chiunque volesse contribuire alla realizzazione del monumento di poterlo fare e sarà realizzata una pagina facebook che permetterà a tutti di conoscere come fare. La somma che occorre è di 10.000,00 euro. Il complesso ed articolato progetto "... è venuto con i suoi piedi" mi è passato accanto, è bastato allungare le mani e... prenderlo.
Nicola Merlino PER DONARE: Intestazione: VIVI ROMETTA Causale: MONUMENTO AD AURELIO |
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